Pechino 9 – 17 agosto 2008
Roma 17 dicembre 2008
Torino 10 – 18 ottobre 2009
Torino 10 – 18 ottobre 2009
Non chi comincia
ma quel che persevera.
Leonardo Da Vinci
Questa mostra, presente a Pechino Casa Italia in occasione dei Giochi Olimpici del 2008, esposta a Roma presso la sede del CONI in occasione della consegna dei collari agli atleti vincitori dei giochi, e infine esposta a Torino nell’ambito di Open TO All 2009, presenta una rassegna di oltre cinquanta artisti che hanno voluto celebrare lo sport come superamento del limite interiore ed esteriore.
La mostra porta con sé almeno tre temi, che presuppongono stimolanti riflessioni: lo sport, l’arte e i limiti. Non a caso, lo slogan del progetto è “Libera la mente – supera i confini”. Superare i propri limiti, infatti è un obiettivo sia fisico che culturale, e nello sport paralimpico questo à ancora più vero, dal momento che ciò che di solito è un “limite” dell’essere umano, si trasforma nell’occasione di cogliere un successo non solo personale ma anche collettivo.
Un auspicio che è anche lo scopo della mostra, perché arte e sport, cultura e movimento, confronto con se stessi e con gli altri, sono binomi che vanno a braccetto fin dall’antichità.
L’arte ha infatti sempre guardato affascinata il corpo perfetto dell’atleta, ne ha indagato la psicologia, ne ha esaltato i gesti, ha spesso cercato e rivelato i valori anche morali che stanno alla base dello sport: un fenomeno che da sempre, e non solo nella nostra cultura, ha creato eroi e miti.
Nella mostra qui proposta, in cui la pittura si alterna all’incisione, lo sport è uno scenario, a volte semplicemente un pretesto di cui l’artista si appropria per evidenziare un denominatore comune che sta alla base sia dello sport che dell’arte: la ricerca della qualità etica della vita, il desiderio di esprimere le proprie potenzialità fisiche e morali, la volontà di superare e superarsi, la necessità di libertà e di rispetto reciproco.
È in tali valori che lo spirito dell’atleta si fonde con quello dell’artista. Ed è con questo sentimento che bisogna osservare la mostra: un percorso che ci proietta nell’ebbrezza della passione agonistica, delle sfide contro il tempo o contro un avversario, o solo contro i propri limiti, un viaggio in cui si incontrano, ormai da migliaia di anni, due espressioni umane che vanno (o che dovrebbero andare) al di là di qualsiasi idea politica e di qualsiasi ideologia. L’arte e lo sport, sono infatti anche portatori di messaggi di pace, creando un legame che unisce tra loro uomini e donne di ogni nazionalità, di ogni razza, e di ogni ceto sociale.
Le individualità degli atleti e degli sport che rappresentano, miti antichi ed eroi moderni, accompagnano il visitatore che vedrà in questa esposizione non già l’esaltazione delle discipline sportive praticate da atleti disabili, ma gli alti valori etici che da questa attività si ricavano.
Marilina Di Cataldo
Catalogo a cura di
Giuliana Valenza
Allestimento
MPL
Immagine di comunicazione
Elyron
Si ringrazia per la collaborazione e i testi in catalogo
Andrea Comba
Giovanni Petrucci
Andrea Pancalli
Gianfranco Porqueddu
Tiziana Nasi
Marilina Di Cataldo
Un ringraziamento particolare a
Marisa Zambrini
Roberto Necco
Gli artisti
Lidya Bachis, Ermes Bajoni, Paolo Belgioioso, Angela Biancofiore, Giuseppe Bosich, Sandro Bracchitta, Romano Campagnoli, Francesco Casorati, Pino Di Gennaro, Giuseppe Fantinato, Pino Finocchiaro, Giuseppe Fioriello, Simonetta Fontani, Renata Freccero, Renato Galbusera, Vincenzo Gatti, Mario Guadagnino, Maria Jannelli, Manuela Kanaris, Paolo Lantieri, Sandro Lorenzini, Cesco Magnolato, Franco Margari, Enzo Marino, Renata Minuto, Elena Monaco, Isabella Monari, Ugo Nespolo, Maria Antonietta Onida, Giuseppina Oronti, Angiolo Pergolini, Pierluigi Puccini, Lanfranco Quadrio, Luisella Rolle, Ruggero Savinio, Aniello Scotto, Angela Sepe, Andrea Serafini, Raimondo Sirotti, Giacomo Soffiantino, Pietro Paolo Tarasco, Giuliana Tucci, Giovanni Turria, Giuliana Valenza, Andrea Varca, Tatiana Veremejenco, Gianni Verna, Elisabetta Viarengo, Roberta Zamboni, Andrea Zelio,